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Breve storia della Provincia Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori

 

La Provincia Religiosa Salernitano-lucana dell'Immacolata Concezione dei Frati Minori affonda le sue radici nell'antichissima Terra Laboris la quale, dopo il 1239, era già divisa in cinque custodie: Napoletana, Salernitana, Principato, Beneventana, San Benedetto. La Salernitana e quella di Principato riguardano il territorio dell’attuale Provincia salernitano-lucana. Alla Salernitana apparteneva il territorio tra Salerno e il fiume Sarno; a quella di Principato il territorio a sud di Salerno e quello della Basilicata occidentale (attuale provincia di Potenza).

 

Nel salernitano i primi conventi, con documentazioni certe, furono: san Francesco di Salerno (1238) e san Lorenzo di Eboli (1288). Più o meno coevi ai precedenti, lungo la costa tirrenica, sorsero i conventi di Agropoli, Amalfi, Ravello. Salerno, famoso centro culturale per la sua Scuola di medicina, e Amalfi, potente repubblica marinara soprattutto nei secoli 10° e 11°, erano centri importanti nel medioevo e i frati vi s’insediarono ben presto.

Nel Provincialato di Paolino da Venezia, con l’elenco dei conventi dell’Ordine composto nel 1330, alla Provincia di Terra Laboris vengono attribuiti 51 conventi, dei quali otto nella custodia salernitana (Salerno, Sorrento, Castellammare, Amalfi, Ravello, Giffoni, Sarno e Nocera) e undici in quella di Principato [Eboli, Auletta, Muro, Diano di Lucania, Saponara (oggi: Grumento Nova), Marsico, Cuccaro, Montella, Agropoli, S. Maria d’Aspro (Marsico Vetere) e Potenza]. In Campania, con la divisione di Leone X nel 1517, nacque la Provincia Osservante di Terra di Lavoro. Essa, per la sua vastissima estensione, poco rispondeva alle esigenze delle periferie; nel Salernitano, la tendenza separatista condusse ben presto all’istituzione della Provincia Osservante di Principato, con il titolo dei Ss. Apostoli Andrea e Matteo, che ottenne un’autonomia temporanea, dal 1544 al 1554, e poi definitiva nel 1575.

Per una presenza a Napoli, capitale del regno, agli Osservanti Salernitani fu assegnato il convento San Gioacchino (in seguito San Diego) all’Ospedaletto. La neo Provincia Osservante aveva 24 conventi: san Gioacchino all’Ospedaletto in Napoli, san Francesco in Sarno, san Francesco in Castellammare di Stabia, san Francesco a “Chieia” in Vico Equense, san Francesco d’Agerola, san Francesco in Maiori, san Francesco in Tramonti, san Francesco in Cava, SS. Trinità nel territorio di Mercato San Severino, san Nicola della Palma in Salerno santa Maria della Pace in Montecorvino, SS. Trinità in Eboli, santa Maria d’Avigliano in Campagna, santa Maria del Paradiso in Oliveto, santa Maria delle Grazie in Buccino, sant’Antonio in Polla, san Francesco in Padula. La Pietà di Diano (Teggiano), san Francesco in Gioi, san Francesco in Pisciotta, l’Annunziata di Lazzarolo (Acciaroli), san Francesco di Laureana Cilento, san Francesco in Castelluccia, san Francesco in Altavilla. Ulteriore divisione, però all’interno dello stesso territorio, il Principato Citra la subì con il sorgere della Riforma o della più stretta Osservanza che pervenne all’autonomia nel 1639 con il primo Ministro Provinciale il P. Niccolò Gasperino da Spinazzola,  già Custode nel 1638. Il numero dei Riformati gradualmente aumentò e, nel 1638, il P. Niccolò Gasperino enumera 260 religiosi e quindici conventi, dei quali diversi concessi dagli stessi Osservanti:  san Lorenzo al Monte di Salerno, S. Maria di Avigliano di Campagna, S. Maria del Paradiso dell’Oliveto, S. Maria delle Grazie di Buccino, S. Maria della Pace di Montecorvino, S. Francesco di Castellammare, SS. Trinità di Sanseverino, Santa Maria del Monte di Montella, San Francesco di Cilento, Convento della Terra di S.to Andrea (Conza), S. Maria delle Grazie di Pollica, san Francesco di Serino, san Francesco di Bracigliano, Santa Maria della Gratia di S. Angelo Lombardo, san Francesco della Castelluzza.

Le due Province di Principato, Osservante e Riformata, proseguirono nel loro impegno di evangelizzazione condividendo lo stesso territorio nel quale moltiplicarono le loro presenze.

Nel Settecento cominciarono le prime vessazioni da parte del governo borbonico con Bernardo Tanucci (1698/1783), consigliere e ministro di Carlo di Borbone e di Ferdinando IV. Con lui iniziarono le prime limitazioni che si accentuarono con la rivoluzione francese giunta a Napoli con Gioacchino Murat (1806/1809): in un decennio quasi tutti i 34 conventi degli Osservanti e i 23 dei Riformati furono incamerati dal governo napoleonico. Con il ritorno di Ferdinando I Borbone nel 1816 i frati rientrarono in quasi tutti i loro conventi e per un quarantennio le due Province di Principato rifiorirono per essere di nuovo decimate con la soppressione del 1866 con la conseguenza di una dispersione dei frati e la chiusura di molti conventi. Nel giro di un ventennio, però, per la tenacia dei Provinciali e di singoli frati i 57 conventi delle due Province furono recuperati o comprati e la vita religiosa riprese con maggiore entusiasmo come dal fervore di una rinascita, per altro purificata e motivata dalle vessazioni della soppressione massonica e anticlericale del nuovo regno d’Italia.

Leone XIII, con la bolla Felicitate quadam (1897), operò l’unificazione dell’Ordine abolendo le antiche denominazioni (Osservanti, Riformati, Scalzi o Alcantarini, Recolletti) e l’uso dell’unico Ordine dei Frati Minori, dipendente da una sola amministrazione centrale affidata al Ministro generale e regolato da un unico corpo di leggi (il testo unico delle nuove Costituzioni dell’Ordine era stato approvato il 15 maggio 1897). In esecuzione del 9° punto della Felicitate quadam, il 10 luglio 1899, il Ministro generale istituì una Nova circumscriptio Provinciarum Terrae Laboris, Apuliae et Principatus. In Campania istituì due Province: la Provincia di Terra di Lavoro di San Giovan Giuseppe della Croce e quella di Principato di San Giacomo della Marca. La Provincia di San Giacomo della Marca ebbe i conventi delle province civili di Salerno e di Avellino, gli antichi Principati citra e ultra, e inoltre conventi nella città e provincia di Napoli.

La Provincia, dopo un tempo di assestamento, nel 1903 contava 466 frati e 31 conventi: Atripalda, Avella, Baronissi, Bracigliano, Campagna, Casalbore, Castellammare di Stabia, Cava dei Tirreni, Eboli, Gragnano, Maiori, Massalubrense, Mercato San Severino, Montecalvo, Montoro Superiore, Napoli-Ospizio Montecalvario, Napoli-Ospizio Ss. Filippo e Giacomo, Napoli-S. Francesco al Vomero, Napoli-S. Maria la Nova, Napoli-S. Pasquale a Chiaia, Nocera Superiore-S. Maria degli Angeli, Nocera Superiore-S. Maria di Materdomini, Padula, Polla, Portici, Sarno-Santa Maria della Foce, Sarno-San Francesco, Serino, Tramonti, Vatolla, Vico Equense.

Successivamente Pio X emanò il decreto Sanctissimus Dominus, 16 maggio 1911, con cui “Dividuntur plures Provinciae Ord. Fratrum Minorum in Italia et Austria”. Nel territorio della Campania furono istituite cinque Province e, per quanto ci riguarda, nella nostra zona furono ripristinate le due Province, già Osservante e Riformata, con le nomine dei responsabili da parte della Santa Sede. Questa la situazione, nel 1911, nel decreto Sanctissimus Dominus: alla Provincia di San Giacomo della Marca, con sede provincializia a S. Maria degli Angeli in Nocera, furono assegnati 18 conventi: Napoli-S. Maria la Nova, Napoli-Vomero, Napoli-Montecalvario, Napoli-Monteverginella, Torre del Greco, Marano, Massalubrense, Vico Equense, Cava dei Tirreni, Nocera Sup.-gli Angeli, Sarno, Foce di Sarno, Maiori, Marigliano, Avella, Liveri, Lauro, Gragnano. Alla Provincia di Santa Maria di Materdomini, con sede provincializia a Castellammare di Stabia-San Francesco furono assegnati 14 conventi: Castellammare, Serino, Mercato San Severino, Baronissi, Nocera Sup.-Materdomini, Tramonti, Eboli, Vatolla, Cilento, Polla, Padula, Giffoni sei Casali, Bracigliano, Campagna.

Tra il 1911 e il 1916, si ebbe un riassestamento dei conventi e, già nel 1912, le cinque Province campane (San Giovan Giuseppe della Croce, San Giacomo della Marca, San Pietro ad Aram, S. Maria di Materdomini, S. Maria delle Grazie in Benevento) erano divenute sei per lo sdoppiamento, con decreto del Ministro generale P. Pacifico Monza, del 27 agosto, di quella di san Giacomo della Marca (univa gli ex Osservanti di Napoli e di Principato).  Gli aggiustamenti di questi anni sono, nel 1917, registrati nell’AOFM di dicembre  che riporta, per tutte le Province d’Italia la situazione locale.

 

Questa la situazione per le due Province di Principato:
Santa Maria degli Angeli: Torre del Greco, Nocera-S. M. degli Angeli, Tramonti, Maiori, Padula, Polla, Sarno-S. Francesco, Cava dei Tirreni, Vico Equense, Vatolla, Mercato S. Severino.
S. Maria di Materdomini: Castellammare di Stabia, Serino, Baronissi, Bracigliano, Nocera Sup.-Mater Domini, Eboli, Prepezzano (Giffoni sei Casali), Cilento, Sarno-Foce.

La Provincia Salernitano-lucana dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori è nata dal motu proprio “Pro peculiari studio” del 14 luglio 1942, con il quale Pio XII riduceva a tre le province minoritiche in Campania: Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù, Provincia Salernitano-lucana dell’Immacolata Concezione e Provincia Sannito-irpina di S. Maria delle Grazie.

La nuova Provincia Salernitano-lucana contava, all'epoca, 343 frati distribuiti in 31 conventi:

  • 13 guardianie: S. Maria degli Angeli in Nocera Superiore (curia provinciale), S. Maria di Materdomini in Nocera Superiore, S. Francesco in Vico Equense, S. Francesco in Cava dei Tirreni, S. Antonio in Sanseverino Rota, S. Francesco in Bracigliano, SS. Trinità in Baronissi (Salerno), S. Francesco in Sarno, S. Francesco in Tramonti, S. Francesco in Padula, S. Francesco in Serino, S. Francesco in Maiori, S. Michele Arcangelo (Potenza).
  • 17 residenze: S. Antonio in Capaccio, S. Francesco in Laureana Cilento, S. Maria in Banzi, S. Maria della Pace in Montecorvino Rovella, S. Maria della Lobra in Massalubrense, S. Maria dei Bagni in Scafati, S. Maria Incoronata in Montoro Superiore, S. Maria degli Angeli in Montoro Superiore, S. Maria in Sepolcro a Potenza, S. Maria della Pietà in Vatolla, S. Maria delle Grazie in Pollica,  S. Antonio in Polla, S. Francesco in Sorrento,  S. Maria della Foce in Sarno,  S. Antonio in Oppido Lucano, SS. Crocifisso in Forenza,  S. Croce in Moliterno:
  • Un ospizio: S. Francesco in Angri.

 

Ad oggi, la Provincia è impegnata nelle più tradizionali attività di evangelizzazione e pastorale:

  • le PARROCCHIE,
  • le CAPPELLANIE di OSPEDALICARCERI,
  • la FORMAZIONE CRISTIANA
  • e la MISSIONE.